Voucher connettività: guida per le PMI
Tra gli interventi di attuazione delle politiche collegate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) c’è il cosiddetto “Piano voucher per le imprese”, un decreto che stanzia oltre 600 milioni di euro per favorire la diffusione della banda ultralarga nel Paese. Scopriamo di cosa si tratta in attesa di scoprire i requisiti per richiederlo.
Uno dei limiti cronici del nostro Paese in termini di digitalizzazione è senza dubbio la velocità di connessione: basti pensare che, secondo un rapporto ISTAT del 2020, la percentuale degli italiani che utilizzano regolarmente internet nella fascia di età compresa tra i 16 e i 74 anni nel 2019 si è attestata al 74%: una cifra ben al di sotto della media Europea e che colloca il nostro paese in fondo alla classifica, prima solo di Portogallo, Romania e Bulgaria. (Fonte: ISTAT)
Eppure le aziende, dal canto loro, negli ultimi anni hanno esponenzialmente aumentato l’uso di servizi cloud: secondo i dati contenuti nel report “Il Digitale in Italia 2021” – tra il 2018 e il 2020 la quota di aziende che fanno uso di servizi cloud è passata dal 23% al 59%, mentre si è quasi triplicata – dall’11% al 32% – l’utilizzo di servizi cloud evoluti. Un risultato importante, reso possibile anche grazie agli incentivi fiscali erogati attraverso il piano Industria 4.0.
Anche a seguito di questi risultati incoraggianti il Governo, ben consapevole di come gli incentivi all’innovazione siano un volano in grado di far crescere l’intero sistema produttivo, ha destinato il 27% delle risorse del PNRR alla transizione digitale.
Una parte consistente di queste risorse è dedicata al cosiddetto “Piano voucher per le imprese” fortemente voluto dal MISE, il Ministero dello Sviluppo Economico, che il 23 dicembre del 2021 ha firmato il decreto attuativo del piano.
Il piano voucher: platea e risorse
Il fondo stanziato ammonta a ben 609 milioni di euro, ed è destinato alle micro, medie e piccole imprese con l’obiettivo di velocizzare gli investimenti nella banda ultralarga del Paese. Secondo gli osservatori, la platea interessata dal provvedimento è molto ampia: in base alla tipologia e all’importo del voucher che sarà richiesto, si stima che possa variare da un minimo di 850.000 a un massimo di 1.400.000 beneficiari.
Le imprese, infatti, potranno fare richiesta di un solo voucher di diverso valore a seconda della durata del contratto e della velocità di connessione. Parlando di cifre, si va da un importo minimo di 300 euro a un massimo di 2500 euro.
Sarà possibile fare la richiesta entro 24 mesi, ma la somma riconosciuta sarà disponibile fino ad esaurimento risorse: è quindi importante conoscere per tempo le diverse fasce di contributi per comprendere il prima possibile quale meglio si addice alle necessità della propria impresa.
Non è ancora disponibile un Piano tecnico o un manuale operativo contenente i criteri di ammissibilità, le modalità di attuazione ed il relativo quadro economico per l’erogazione dei voucher – che sarà predisposto entro 30 giorni dall’adozione del decreto – ma con tutta probabilità verrà preso a modello il meccanismo previsto per i voucher a favore di scuole e famiglie a basso reddito, ovvero la “Fase 1” del Piano Voucher. In quel caso gli operatori del settore hanno sottoscritto una convenzione con Infratel – società in house del Ministero dello sviluppo economico che opera nel settore delle telecomunicazioni – dopo una fase di accreditamento che prevedeva la creazione di una propria utenza sul portale messo a disposizione da Infratel.
Le diverse fasce
Se è vero che, come detto in precedenza, le modalità di attuazione e i criteri di ammissibilità non sono ancora stati condivisi, sono già state definite le diverse fasce predisposte dal decreto, che sono le seguenti:
1) Fascia A.
Questa fascia, a sua volta suddivisa in A1 e A2, raggruppa i voucher di minor valore economico, ovvero quelli con un contributo pari a 300 euro. La fascia A è relativa ai contratti della durata da un minimo di 18 mesi a un massimo di 36 mesi che portino al passaggio a una connettività con velocità massima di download stabilita.
Nel caso della fascia A1 deve essere compresa nell’intervallo 30 Mbit/s e 300 Mbit/s. Nel caso del voucher A2 la velocità deve essere compresa tra i 300 Mbit/s e 1 Gbit/s. Per le connessioni che offrono una velocità di download pari a 1 gigabit al secondo possono veder aumentato il valore del proprio voucher fino a un massimo di 500 euro al fine di coprire parte dei costi sostenuti dalle imprese beneficiarie, sempre se giustificate dagli operatori.
In questa fascia non sono previste soglie minime garantite di banda.
Alla fascia A sono destinate il 40% delle risorse stanziate dal Piano Voucher, nello specifico 20% per la fascia A1 e altrettante per la A2.
2) Fascia B.
In questo caso i voucher sono pari a 500 euro. Per rientrare in questa fascia la durata dei contratti può variare da un minimo di 18 mesi fino ad un massimo di 36 mesi. In termini di velocità massima in download, in questo caso deve essere compresa nell’intervallo tra i 300 Mbit/s e 1 Gbit/s. Per le connessioni che offrono una velocità di download uguale a 1 gigabit al secondo, anche in questo caso, il valore del voucher può essere aumentato per la parziale copertura dei costi di rilegamento sostenuti dai beneficiari fino a un massimo di 500 euro previa adeguata giustificazione da parte dei fornitori.
La differenza rispetto alla fascia A2 è relativa alla soglia di banda minima garantita, che in questo caso si attesta ad almeno 30 Mbit/s.
Al finanziamento di questa fascia è destinata la parte più cospicua delle risorse stanziate: ben il 50%.
3) Fascia C.
Il contributo più cospicuo è quello previsto dalla fascia C, che corrisponde a un voucher di 2.000 euro per un contratto di durata compresa tra 24 e 36 mesi.
In questo caso, la velocità massima di download garantita deve essere superiore a 1 Gbit/s. Come per le fasce precedenti al voucher può essere aggiunto un ulteriore contributo del valore massimo di euro 500 per coprire parzialmente le spese di rilegamento, a fronte di un’adeguata giustificazione da parte degli operatori fornitori. La soglia di banda minima garantita prevista per i voucher di fascia C è di almeno 100 mbit/s. Come è facile immaginare, a questa fascia è stata destinata la percentuale minore delle risorse destinate al Piano, ovvero il 10%.
È bene ricordare infine che i voucher non sono riconosciuti in caso di cambio operatore fra servizi aventi prestazioni analoghe. L’erogazione dei voucher sarà preceduta e accompagnata da iniziative di comunicazione per accompagnare le imprese nella conoscenza della misura e delle soluzione tecnologiche offerte per incrementare la diffusione della banda larga e ultralarga.
Un obiettivo: ridurre il digital divide
La strategia del MISE che si evince dalle caratteristiche del Piano Voucher appare piuttosto evidente: ovvero ridurre il digital divide del sistema produttivo a livello nazionale, attraverso lo stanziamento di ingenti risorse economiche che possano incentivare il più possibile la digitalizzazione del mondo imprenditoriale. Una strategia potenzialmente molto efficace, dato che una maggiore larghezza di banda porta con sé ulteriori vantaggi a cascata come ad esempio la possibilità di sfruttare servizi digitali avanzati che necessitano di una connessione stabile e potente, ma anche di favorire l’adozione di pratiche in chiave digital come la fatturazione elettronica.
Anche per queste ragioni, il Piano Voucher si prefigura come un’opportunità senza precedenti per rinnovare tutto il tessuto imprenditoriale italiano. Per maggiori informazioni, visita la sezione dedicata al Voucher Connettività MISE di Vodafone.
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