Pannelli solari più in alto delle nuvole: dalle vette alpine arriverà la vera elettricità green
Il più grande impianto solare alpino
Immaginate di essere sulle Alpi Svizzere nel Cantone di Glarus, non lontano dalle piste da sci di Laax. A 2500 metri di quota c’è una grande diga in cemento armato che ha prodotto un laghetto di alta montagna, il Muttsee, da cui si ricava energia idroelettrica. Nelle vicinanze non c’è nulla: niente impianti di risalita, né villaggi… non c’è nemmeno una strada che arrivi fino a lì. Tra poche settimane però l’immensa parete esterna della diga della superficie di un ettaro (cioè 10.000 metri quadri che corrispondono a circa un campo da calcio e mezzo) verrà coperta da 5000 pannelli solari che verranno trasportati in loco via elicottero e montati da squadre di operai specializzati. Alla base della diga, verrà realizzata una struttura con una piccola centrale che alimenterà 2,2 megawatt di potenza elettrica nella rete, generando 3,3 milioni di chilowattora di elettricità all’anno. 730 tonnellate di materiale da costruzione e moduli fotovoltaici nelle prossime settimane saranno trasportati alla diga in elicottero. Sarà il più grande impianto di questo tipo sulle Alpi. E lo stesso sistema sta per essere attivato anche sulla Diga dell’Albigna, in Val Bregaglia, a pochi chilometri dal confine italiano di Chiavenna.
Più in alto delle nuvole
La realizzazione di questo progetto (non poteva che chiamarsi Alpin Solar) è un coraggioso esperimento da parte di Axpo (ìl maggiore produttore svizzero di energie rinnovabili), di IWB (una delle principali società di distribuzione energia e acqua, oltre a mobilità e telecomunicazioni) e della catena di supermercati Denner, che si è impegnata ad acquistarne l’energia elettrica prodotta in modo sostenibile per i prossimi vent’anni, puntando a soddisfare le esigenze di alcuni dei suoi 820 punti vendita con fonti rinnovabili. Questo impianto ad energia solare sfrutta al massimo la posizione in alta quota della diga, che la eleva al di sopra delle nuvole, anche e soprattutto lontano dalla bella stagione: è previsto infatti che quasi la metà della produzione di energia avverrà in pieno inverno. I pannelli solari, infatti, lavorano meglio con le basse temperature esterne, godono del maggior riflesso della luce sulla neve circostante e sfruttano l’allineamento della diga rivolta verso sud per avere più ore di sole. Vedremo un progetto del genere anche in Italia, dato che esistono quasi 4.000 impianti idroelettrici solo sulle nostre Alpi?
Pannelli galleggianti da record
La capacità degli svizzeri di produrre energia elettrica “in montagna” però va ben oltre. 47.000 pannelli fotovoltaici infatti sono stati installati l’anno scorso su leggerissime strutture galleggianti che occupano circa un terzo della superficie del Lac des Toules, nel Canton Vallese, a 1.810 metri di quota appena oltre il confine italiano del Gran San Bernardo e a pochi chilometri in linea d’aria da Verbier e dal Comprensorio sciistico delle 4 Vallées. Questa è la prima centrale solare galleggiante in alta quota del mondo e funziona tanto bene (nonostante le condizioni ambientali siano estreme con neve, ghiaccio, temperature polari d’inverno) tanto che molti ricercatori credono che questo sistema possa rappresentare il futuro del fotovoltaico.
Perché galleggiante è meglio
Grandi centrali galleggianti per la produzione di energia elettrica si trovano già in Cina, ad esempio: al di là della ovvia sostenibilità, l’acqua del bacino alpino raffredda i pannelli e, anche grazie ai raggi ultravioletti più intensi in alta quota, questo aumenta la capacità di conversione di energia anche del 50% rispetto allo stesso impianto montato in pianura. Qui si contano 1400 moduli bifacciali (quelli inferiori riescono a percepire la luce solare riflessa sull’acqua), sostenuti da 36 strutture galleggianti in alluminio e polietilene ancorate sul fondo, che producono oltre 800.000 kWh all’anno, abbastanza per rendere autonomo un piccolo villaggio della attigua Valle di Bagnes. Durante l’inverno, i pannelli – montati con una inclinazione di 37 gradi – permettono alla neve di non depositarsi.
Il parco eolico al San Gottardo
Non si vedono molte pale eoliche in montagna, in virtù del fatto che non sempre – almeno sulle Alpi – ci sono posti che hanno vento forte o costante. Sotto al valico del Gran San Bernardo, però, il vento si incanala nella valle tanto da rendere possibile la realizzazione di un parco eolico con cinque torri dell’altezza di 98 metri e con pale lunghe 46 metri, installate a 2.100 metri di quota. Si sa che l’eolico è molto più produttivo del fotovoltaico: queste cinque pale (che si regolano autonomamente in base alle temperature e alla direzione e velocità del vento) bastano a produrre energia per circa 5.000 economie domestiche, quindi quasi 20.000 persone. Ci sono voluti 18 anni di battaglie legali perché il parco potesse essere costruito, seppur ampiamente ridotto rispetto alle misure previste dal progetto iniziale, a causa delle rimostranze degli ambientalisti preoccupati per il rischio di deturpare il paesaggio e disturbare la fauna. In Italia ci sono un paio di torri sotto il Lago di Resia, in Alto Adige.
I pannelli solari mimetici
Installare i classici pannelli fotovoltaici sul tetto della casa di montagna? Non tutte le valli alpine della Svizzera concedono ai propri abitanti il permesso di farlo, non fosse altro che gli specchi sono antiestetici e spesso giudicati inopportuni rispetto allo stile coerente e alla eleganza di paesini caratteristici come Zermatt o Crans Montana. La soluzione trovata da ricercatori delle università di Losanna e Neuchâtel? Produrre speciali pannelli solari dalla forma e dal colore simili a grosse tegole, indistinguibili all’occhio del turista, da integrare direttamente nei materiali da costruzione.
Tratto dal Corriere della Sera, 6 giugno 2021 di Enrico Maria Corno