Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo

Ci è stato presentato dalla cronaca come il più grande programma di investimenti; un “intervento epocale”, come lo ha definito Palazzo Chigi.

Stiamo parlando del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, un vero e proprio programma di riforme realizzato dall’Italia per accedere alle risorse economiche del Next Generation EU. Questo piano stabilisce come – e dove – saranno investiti, da qui fino al 2027, tutti gli aiuti economici che arriveranno dall’Europa.

Tutte le riforme, e i relativi investimenti, sono raggruppati in 6 missioni (suddivise per aree tematiche) e 16 componenti. In questo articolo scopriremo la Missione 1, che tocca i seguenti temi: Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo.

Le aziende più innovative nel 2021

Quest’anno è stato pieno di cambiamenti indotti dalla pandemia che hanno spostato le priorità aziendali, eppure l’innovazione è rimasta una delle principali preoccupazioni tra le aziende di tutto il mondo. Utilizzando i dati della classifica annuale effettuata da Boston Consulting Group (BCG) utilizzando un sondaggio di 1.600 professionisti dell’innovazione globale, questo grafico classifica le prime 50 aziende più innovative nel 2021. Di seguito analizzeremo alcune delle aziende leader, insieme alle loro pratiche innovative, di seguito.

Perché il Pnrr è un’opportunità e come accedere ai fondi

Nei prossimi cinque anni l’Italia sarà protagonista di una vera e propria rivoluzione anche grazie alla fondamentale spinta dell’innovazione tecnologica che arriverà dal finanziamento del Next Generation Eu. Il rilancio dell’Italia delineato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. La digitalizzazione rappresenta quindi un fattore determinante della trasformazione del Paese. Le imprese e i loro partner dovranno essere pronte a cogliere quest’occasione.

Un’Italia più digitale in cinque anni: una panoramica sul PNRR

Il Piano presentato dall’Italia e dagli altri Paesi membri dell’Unione europea nasce dall’esigenza di riparare i danni economici e sociali causati dall’emergenza sanitaria da coronavirus. Un intervento per rendere le economie e le società dei Paesi europei più sostenibili e pronte alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e digitale. Il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza è uno dei due principali strumenti del Next Generation Eu, più conosciuto come Recovery Fund, nome ereditato dal progetto embrionale, cioè il “Fondo per la ripresa” approvato dal Consiglio europeo.

Il dominio della Cina nei metalli delle terre rare

Sapevi che un singolo iPhone contiene otto diversi metalli delle terre rare? Da smartphone e veicoli elettrici a raggi X e missili guidati, diverse tecnologie moderne non sarebbero quello che sono senza i metalli delle terre rare. Conosciuto anche come elementi delle terre rare o semplicemente “terre rare”, questo gruppo di 17 elementi è fondamentale per una serie di industrie di vasta portata. Sebbene i giacimenti di metalli delle terre rare esistano in tutto il mondo, la maggior parte dell’estrazione e della raffinazione avviene in Cina. Il grafico sopra del CSIS China Power Project tiene traccia delle esportazioni cinesi di metalli delle terre rare nel 2019, offrendo uno sguardo sulla presenza dominante del paese nella catena di approvvigionamento globale.

La popolazione mondiale nel 2100, per paese

Nel 2015, le Nazioni Unite hanno previsto che la popolazione globale avrebbe potuto superare gli 11 miliardi entro la fine del secolo. L’anno scorso, le Nazioni Unite hanno rivisto queste stime, ma i numeri che ha elaborato erano ancora ben al di sopra dei 10 miliardi. Queste proiezioni regolari delle Nazioni Unite sono state finora lo status quo. Molti segnali hanno indicato che c’è un plateau della popolazione, ma recenti ricerche dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME), pubblicate su The Lancet, suggeriscono che il numero di persone su questo pianeta potrebbe effettivamente iniziare a ridursi ben prima del 2100.

I più grandi paradisi fiscali privati del mondo

Quando gli ultra-ricchi del mondo cercano paradisi fiscali per proteggere il reddito e la ricchezza dai loro governi nazionali, dove si rivolgono? Se stai mettendo denaro in conti bancari offshore per risparmiare sulle tasse, ci sono due criteri principali che stai cercando: segretezza e accessibilità. Sulla base della cultura pop e dei media, potresti immaginare una banca segreta in Svizzera o una piccola nazione insulare nei Caraibi. E anche se c’è un po’ di verità in questa logica, la realtà è che i più grandi paradisi fiscali del mondo sono distribuiti in tutto il mondo. Alcune di esse sono piccole nazioni come previsto, ma altre sono grandi potenze economiche che potrebbero sorprendere. Ecco i primi 20 paradisi fiscali del mondo, classificati dal Financial Secrecy Index (FSI) 2020 dall’ONG inglese Tax Justice Network.

Il mix energetico previsto nel mondo, 2018-2040

Dal 1977, l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) ha messo insieme il World Energy Outlook, un rapporto annuale molto atteso che guarda al futuro della produzione e del consumo di energia su base globale. Nell’ultima edizione, il rapporto approfondisce due scenari politici molto diversi che aiutano a illustrare le scelte e le conseguenze che abbiamo davanti a noi. In questo post, vedremo ogni scenario politico e poi approfondiremo i numeri associati per ciascuno, mostrando come influenzano il mix energetico globale previsto dal 2018 al 2040.

Visualizzazione di oltre 50 anni del mix energetico del G20

Negli ultimi 50 anni, il mix energetico dei paesi del G20 è cambiato drasticamente in qualche modo. Con molti paesi e regioni che si sono impegnati ad allontanarsi dai combustibili fossili e a fonti energetiche più pulite, il mix energetico complessivo sta diventando più diversificato. Ma chiudere gli impianti e sostituirli con nuove fonti richiede tempo, e la maggior parte dei paesi dipende ancora incredibilmente dai combustibili fossili. Questo video di James Eagle utilizza i dati della Statistical Review of World Energy di BP per esaminare come è cambiato il mix energetico dei membri del G20 dal 1965 al 2019.